Il rischio di
ammalarsi aumenta progressivamente dopo i 50 anni: il 90% delle diagnosi
avviene dopo questa età. Come per buona parte dei tumori, la possibilità di
ottenere la guarigione con intervento chirurgico è direttamente correlata con
la precocità della diagnosi. Infatti la sopravvivenza a 5 anni arriva al 98 %
per lo stadio A, mentre per lo stadio C scende al 42% .
Molti dei
tumori del colon-retto vengono diagnosticati dopo la comparsa di sintomi; i più
frequenti ed in genere i primi a comparire sono: proctorragie (emissione di
sangue visibile nelle feci), alterazioni significative delle evacuazioni
intestinali e anemia. La diagnosi in presenza di sintomi, rivela spesso tumori
in stadio B o C. Per tali ragioni è fondamentale riuscire a diagnosticare il
tumore prima della comparsa dei sintomi (fase
asintomatica).
Questo è il
primo scopo dello screening (diagnosi
precoce).
La maggior
parte dei carcinomi colon rettali si sviluppa a partire dai polipi adenomatosi
che, in una bassa percentuale di casi, possono trasformarsi in tumore,
attraverso un processo a più fasi che coinvolge fattori genetici e ambientali.
La scoperta di adenomi con una colonscopia e la loro asportazione (polipectomia
endoscopica) eliminano le lesioni che negli anni successivi potrebbero evolvere
in tumore (figura 1).
Non tutti gli
adenomi di trasformano in carcinoma (rischio calcolato dello 0,25% ogni anno) e
tale trasformazione è un processo lento che si completa in un lasso di tempo di
7-15 anni. In tale periodo nella maggior parte dei casi non compaiono sintomi.
Il secondo
scopo dello screening è appunto la scoperta e l’asportazione degli adenomi (prevenzione secondaria).
Lo screening
del carcinoma colon rettale è rivolto a uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Si tratta di un intervento
rivolto a persone asintomatiche che ha l’obiettivo di diagnosticare
precocemente le forme tumorali, al fine di avviare tempestivamente il
trattamento terapeutico più appropriato; consente, inoltre, di individuare e
rimuovere i precursori neoplastici (polipi adenomatosi).
L’adesione
allo screening è completamente gratuita
in ogni sua fase. Purtroppo però, dopo 7 anni dall’inizio, essa supera di poco
il 40% dei soggetti convocati, pur essendo presente un progressivo incremento
rispetto ai primi anni (2005-06).
L’efficacia
dello screening nella riduzione della mortalità per tumore colon rettale è
stata dimostrata in quanto la diagnosi
precoce aumenta la possibilità di sopravvivenza.
Generalmente
uno dei primi segni di un tumore o di un polipo intestinale è il sanguinamento
all’interno del lume intestinale, con conseguente presenza di sangue nelle
feci, spesso in tracce non visibili.
La prima fase
dello screening utilizza perciò il test
della ricerca del sangue occulto fecale che permette di rilevare la
presenza di sangue nelle feci, anche quando la quantità presente è talmente
piccola da non essere visibile a occhio nudo. Il test non diagnostica il cancro
intestinale ma rivela la necessità di sottoporsi a esami di approfondimento (colonscopia).
Il prelievo del campione di feci è rapido e
semplice: ogni persona invitata può eseguirlo autonomamente a domicilio e
successivamente riconsegnarlo alla farmacia.In caso di negatività del test,
questo dovrà essere ripetuto ogni 2 anni (richiami sempre a carico dell’ASL). In caso di positività, presente
nel 4-6 % della popolazione in tale
fascia di età, sarà prenotata una colonscopia.
La probabilità di presenza di tumore nei soggetti con test positivo è circa del
3% (nel 2006 era del 7%), mentre quelli di adenomi è quasi del 40%. Vale a dire
che quasi nella metà dei soggetti con test del sangue occulto fecale positivo,
per i quali viene richiesta una colonscopia, sarà dimostrata la presenza di una
lesione tumorale (spesso ai primi stadi) o dei suoi precursori; ciò senza
contare le lesioni benigne che vengono diagnosticate e avviate alla terapia. Ogni anno
vengono diagnosticati e trattati circa 70 cancri colon rettali, 450 adenomi ad
alto rischio e 300 adenomi a basso rischio nel territorio dell’ASL.
Aderire allo
screening è un atto dovuto a se stessi e alla propria famiglia.
tratto dall’incontro pubblico di Informazione
Sanitaria “Prevenzione del Tumore del Colon-Retto” – Abbiategrasso – 5 novembre
2013: organizzato da MDCM – AMA – ASL Milano 1
Nessun commento:
Posta un commento